giovedì 14 ottobre 2010

RIFIUTI: QUALE FUTURO? CONSIDERAZIONI FINALI

Gran successo per l’incontro sui rifiuti svoltosi a Nago martedì 12 ottobre 2010 e denominato “RIFIUTI: QUALE FUTURO?”.
Grazie ai presenti è stato possibile riempire la Casa della Comunità di Nago, con circa 150 persone provenienti non solo dalla “Busa” ma anche da Rovereto, Trento e valli limitrofe.
E’ stata l’ultima di tante occasioni per dimostrare quanto l’argomento dei rifiuti sia un tema sentito dalla cittadinanza Altogardesana e quanto mai attuale.
Gli interventi dei vari relatori hanno chiaramente evidenziato che, per risolvere il tanto evocato “problema dei rifiuti”, è necessaria una ferrea volontà da parte dell’Amministraizone pubblica ed un totale coinvolgimento della popolazione, connubio che già in parecchie realtà d’Italia ha portato a ottimi risultati, sia in termini economici che di coscientizzazione popolare.
Ponte nelle Alpi in provincia di Treviso e Colorno in provincia di Parma, illustrati dagli Assessori Orzes e Boschini sono soltanto un paio di esempi di Comuni che hanno scelto, con successo, la strategia delle “4 ERRE” e dell’obiettivo “rifiuti zero”.
Un approccio non calato dall’alto, ma nato dall’impegno civico e culturale di tutti, che ha avuto come pilastri portanti la conoscenza, l’approfondimento e la comprensione dei passi necessari al raggiungimento di tali obiettivi.
Come nella maggior parte dei casi un cambiamento (anche radicale), si basa su alcuni step, semplici ed economici, che la politca e le istituzioni molte volte complicano a dismisura, con giustificazioni e mancate prese di posizione; i punti cardini nel panorama dei rifiuti sono i seguenti:

RACCOLTA PORTA A PORTA SPINTA
E’ stato ampiamente documentato con dati statistici messi a disposizione da Natale Belosi (Ecoistituto di Faenza), che il sistema più consono alla riduzione dei rifiuti e riciclo dei materiali finalizzato ad un futuro sostenibile (economicamente ed ambientalmente), è quello della raccolta “porta a porta”, applicato a tutte le tipologie merceologiche: umido/organico, plastica, vetro, multimateriale e secco.
Si è inoltre evinto che una raccolta porta a porta fatta bene, alla lunga, porta ad una sensibile riduzione della Tariffa sui rifiuti

TARIFFA PUNTUALE
Non più una tariffa in base ai mq delle abitazioni, ma una tariffa per persona, capace di quantificare l’ammontare dei rifiuti pro capite e stabilire la tariffa più equa per la loro produzione. La tariffa va conteggiata in base alla quantità di rifiuto secco, perché quella destinata al riciclo dei vari materiali, viene già pagata nel momento in cui acquistiamo un prodotto (aspetto che non molti conoscono) tramite il contributo CONAI.

COINVOLGIMENTO DELLA POPOLAZIONE
Uno dei pilastri di questo nuovo paradigma, o forse antico, del quale ci siamo lentamente dimenticati, è il coinvolgimento popolare. Solo insieme ai cittadini si possono raggiungere stadi di conoscenza più avanzati e un approccio alla vita di comunità più conscio e responsabile. Questo per quanto riguarda la raccolta domiciliare.
Altro aspetto da non sottovalutare è il coinvolgimento di imprese ed aziende che operano sul territorio per facilitare il conferimento ed analizzare possibili problematiche e/o difficoltà

A queste tre tipologie d’intervento ne seguono altre due che sono la logica conseguenza di quelle introdotte in precedenza

ECO-CENTRO
L’Eco-centro funge da centro di raccolta ed è destinato a quei materiali che non è stato possibile conferire tramite la raccolta porta a porta. In questo luogo i cittadini potranno anche ricevere informazioni e consigli su eventuali dubbi e domande in merito al conferimento.

CENTRO DI RICICLO
A chiudere il cerchio vi è la costituzione di un centro riciclo simile al vicino esempio di Vedelago (introdotto dalla Signora Carla Poli, direttrice), ovvero un centro di raccolta dei materiali differenziati finalizzati alla vendita a ditte specializzate nella lavorazione di plastiche, vetro, carta, alluminio ecc..
Il rifiuto secco, ridotto al minimo da tutti i processi precedenti, tramite un impianto di estrusione e successiva lavorazione a freddo, viene trasformato in sabbia sintetica che permette più lavorazioni successive per la realizzazione di manufatti, calcestruzzo ecc...


Da quest’ultima lavorazione viene estratto all’incirca un 30% di rifiuto effettivamente non riciclabile, che si riduce ad una quantità talmente minima che disincentiva, nella maniera più assoluta, la costruzione di un’inceneritore di qualsiasi dimensione.
Anzi, se andiamo ad analizzarne la composizione, troviamo al suo interno, la contraddizione della nostra società civile moderna, che a inizio ciclo produce prodotti con dei materiali che non è più possibile recuperare.
A tal proposito dunque, sarebbe più consono contribuire a cercare di eliminare questo residuo alla fonte, tramite una produzione di materiali a ciclo di vita infinito e quindi recuperabili più e più volte.
Con l’evoluzione e lo sviluppo della tecnologia moderna, non è poi così arduo e utopico e sarebbe il gradino mancante che permetterebbe di chiudere il ciclo dei rifiuti, eliminando la minaccia di diossine e nano particelle nell’aria, oppure ceneri da smaltire a loro volta.




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